domenica 1 gennaio 2012

Milano da bere....

E milano ritorna alla sua frenesia, quella di un giorno qualsiasi, dopo le feste.
Autobus e tram, auto che corrono via sfidando il silenzio del mattino che va scemando, giá, nel nuovo giorno.
Cambiano gli anni e le stagioni, ma Milano resta quel che é, un'arnia frenetica di api operaie che non dimenticano mai quel che il mondo vuole e spera da loro: produttivitá.
Guardo fuori. Da questa finestra che inchioda gli occhi alla realtá quotidiana, il mondo sembra non essere cambiato mai a Milano.
Dall'infanzia alla giovinezza e poi all'etá quasi matura, Milano e i suoi rumori, Milano e la sua gente, Milano e i suoi odori, sembrano essersi fermati nell'operositá di un mondo antico dove arte e mestieri si fondevano nelle vecchie strade medievali.
Anche nel progresso del passare degli anni, Milano rimane una macchina che corre via, veloce e rumorosa cercando la sua strada o il suo destino, ingegnando fra traffico e inquinamento le sue idee.
Milano che dorme é quasi un sogno, quasi un'utopia.
Come un'utopia, un semplice desiderio, rimane e rimarrá il momento in cui anche le idee abbiano un valore che non si compensi con moneta o che, meglio ancora, non si esiga si svilluppino solo da chi le possa monetizzare.
Che meraviglia se le idde avessero, finalmente, un posto d'onore, come i mercati economici o il loro stesso potere!
Invece, anche per le idee si paga...perché i sogni diventano surrogati, frappé di latte condensato che nessuno beve...triste epilogo di un desiderio.
Ma Milano non sa o non vuole sapere. Milano corre verso e attraverso un altro giorno. Milano inventa la sua vita che si tinge di grigio.
Ma anche di valori nel cuore dei tre lavoratori di Trenitalia che passano ore ed ore, i loro giorni, sulla gru alla Stazione Centrale in lotta per se stessi e per i compagni che sono giá venuti e che verranno.
Che hanno festeggiato l'anno nuovo con una speranza vera di lavoro e dignitá, le due essenze, almeno nella quotidianitá di ogni essere umano, che sono state loro tolte e quindi negate, per supposti tagli alle spese.
Per loro e per chi con loro lotta e grida.
Per chi ancora ha il coraggio di dire "NO!" con la forza delle sue convinzioni.
Per chi non scende a compromessi col partito, il sindacato o la sua vita.
Per chi sceglie la sua strada, in salita, facendo di una gru la sua casa o di una piazza il suo cortile.
Per chi, nonostante tutto, é capace, ancora di difendersi e difendere i diritti revocati, cancellati, rubati.
Per loro e per me: che l'anno nuovo ingigantisca il sogno e che il sogno sia la nostra utopia e che l'utopia la nostra realtá! In questa "Milano da bere..." e nel mondo!
Saluti e baci....

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