domenica 1 gennaio 2012

E scusate se é poco....

Da lontano, come se Milano fosse ancora quel borgo medievale che é stata, sento i rintocchi delle campane. Una chiesa che chiama chi ha il coraggio di credere ancora, nonostante disagi ed uragani, geografici o geologici od umani.
Ho poche cose da chiedere a quest'anno nuovo, davvero poche perché, in fondo, si ha il diritto di chiedere quando non si ha. Quando non si ha pane e nemmeno acqua e nemmeno una casa o una coperta per il freddo. Quando i desideri sono l'unica ed ultima speranza, la fantasia diventata realtá, il niente il solo fatto quotidiano.
Noi che ci crogioliamo nell'avere tutto, avremmo soltanto il dovere di lottare perché chi non ha abbia.
Questo forse chiederei al 2012: di fare del dolore di altri la mia forza, di essere capace di cercare un giorno nuovo per chi nel corpo ha soltanto notte e nebbia e freddo nel cuore.
Di avere il coraggio di svilupparmi in quel che dovrebbe essere, ogni anno di piú, un ciclo di progresso nelle e per le vite di ogni essere umano.
Quindi, non sto qui a dirmi che smetteró di fumare perché non voglio farlo e non lo faró.
Non mi inventeró strani propositi inutili ed avventurieri.
Mi piacerebbe soltanto non avere io stessa pace finché almeno quelli che mi stanno intorno non abbiano conquistato in terra il loro angolo di paradiso.
Perché: chi siamo e cosa siamo se non siamo tra e per gli altri?
In ogni caso, data l'assoluta imperfezione della mia condizione d'essere umano, resta, almeno per ora, un proposito di speranza, un atto di fede nell'uomo e in me, certo....e scusate se é poco...e che il cielo, almeno quello dipinto di celeste, ci aiuti...
Saluti e baci...

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