lunedì 9 maggio 2011

Leggendo, sul filo del mio tempo...


 

Leggo seduta accanto al vuoto rumoroso di una panchina.
A due passi una fermata di metró, una bocca aperta al sottosuolo di questa grande capitale, Madrid, che riesce ogni volta a stupire gli occhi con la sua elegante, austera bellezza.
In questo quartiere, Serrano, dove la ricchezza si respira nelle facciate delle case, brillanti nella loro antica vita pulita e rinnovata, stucchi bianchi, a tratti, come panna spalmata con dovizia.
Si intravede dalle finestre, alte: vetri come specchi che frantumano irridescenti scintille d'arcobaleno quando il sole sbatte la sua faccia rotonda su di loro, da dove i soffitti spiccano voli leggiadri tra foglie d'oro e piume d'uccelli che mai apriranno le ali al cielo.
E nei negozi si vede quella sottile patina che lascia il denaro, dissipato tra le vetrine come nebbia che si spezza e sfuma.
Vecchie signore, imbellettate, passeggiano la loro etá e i loro cani.
Si muovono tra le pieghe di un altro tempo. Come musei andanti mostrano le loro gioie magari false: quelle autentiche, chissá, nascoste in una cassetta nei caveaux delle banche che, libere sentinelle, si mettono sull'attenti al loro entrare.
Ma poi, all'angolo di una chiesa, sui gradini che salgono al portone di quel palazzo distinto, signorile l'ascensore antico, lucidi i pomelli d'oro delle porte, dentro questo finto mondo ricco, una ragazza. China su se stessa, inginocchiata sul suo corpo, nascondendosi la faccia tra le mani.
E davanti a lei soltanto due parole scritte su un cartone, "Tengo hambre",ho fame.
Fame, magari, di un mondo diverso dove nessuno dovrebbe aver piú fame, quella classica, quella che chiede pane.
Certo, i miei 50 centesimi non cambieranno il suo stare inerme davanti ad un passaggio di gente cieca.
Non cambieranno il nome dei suoi bisogni.
Nemmeno serviranno ad ideare e costruire un mondo equanime dove i giorni sono assolati per tutti e per ciascuno. E le notti non fanno tremare di freddo e paura.
Ma oggi, in Nuñez de Balboa, nella C/Velazquez, mi sento molto piú vicina a quella ragazza china su se stessa con l'eleganza del suo silenzio, che ai palazzi e ai privilegi di poca gente che si scontrano con l'amarezza e la disillusione di troppi.
Saluti e baci....