lunedì 2 gennaio 2012

Madrid-Milano:andata e ritorno....

L'ultimo giorno a casa...e la tristezza ricomincia ad occupare quella parte di me che ora profuma di pizza, di caffé. Quello bevuto in piedi, al bar, caldo, poco, odoroso di chicchi appena macinati.
La tradizione orgogliosa di chi nasce con la sua tostatura tra le dita, di chi impara da piccolo a godere del suo sapore forte e persistente.
Risulta strano pensare che poi ti unisce a una terra, spesso, una tazzina portata alle labbra o una mozzarella filante: quanto é ripetitivo e abitudinario l'essere umano!
Ma, purtroppo, se diamo per scontato che sono le persone quelle che fanno di te quel che sei, l'amore e la consapevolezza di averle sempre accanto anche nella distanza, poi, quel che davvero ti manca, lontano da casa, sono gli odori ed i sapori. Almeno a me.
E i giorni sembrano sempre pochi...o sará l'etá? I giorni che sembrano correre via piú veloci ora che si ha la consapevolezza di non avere piú abbastanza tempo anche se si fa finta di essere eterni, ancora, come a vent'anni.
Il ricordo che sembra tracciare la via, quella stessa che, a volte, non traccia il futuro, almeno razionalmente.
Non so, sinceramente. Ma mi sembra sempre troppo poco il tempo che trascorro qui e troppo sottile il filo che mi ricongiunge alla nostalgia.
Cosí, oggi é l'ultimo giorno, l'ultimo giorno a Milano é arrivato inesorabile.
E domani niente trucco, matita o rimmel, perché piangeró e piangeró, come sempre...
Quanto vorrei tornare per sempre...o poi rimpiangerei Madrid ? O poi continuerei a sognare sogni che parlano Spagnolo? Avrei bisogno di quelle sue strade immense e della sua megalomania?
Non so, non lo so davvero, ma...
Ma oggi so giá che nemmeno riusciró a godere appieno dell'ultimo giorno. Gli "ultimi giorni" dovrebbero essere cancellati nel tempo, con il tempo e dal tempo.
Oggi cercheró quei vecchi films italiani del dopoguerra, quella commedia italiana scritta e diretta con poche lire e ancora cosí attuale e disordinata. Come disordinato e senza regole é rimasto l'individuo, fermo e statico nonostante il divenire di tecniche e affini. Statica la sua anima, irremovibile, purtroppo o per fortuna, nei suoi miti e desideri esistenziali.
E mi porteró, nella valigia svuotata, un po' di tragico buonumore, quello con cui sono cresciuta, quello che ha aiutato la formazione del mio pensiero, filosofico direbbe chi ha dominato il potere delle parole. Di vita direi io che dalle parole mi faccio solo sporcare le dita...
Saluti e baci...