giovedì 3 gennaio 2013

Il mestiere di vivere

Oggi mi sono iscritta al "paro", INEM, ufficio disoccupazione o come si voglia chiamare, la sostanza è quella e non cambia.
Mi aspettavo una fila interminabile, la "colonna infame" di disoccupati, quei 5 milioni di anime che cercano e non trovano.
Invece c'erano quattro gatti, tutti stranieri, me compresa, ovviamente!
Purtroppo cercare un lavoro è diventata come una caccia al tesoro e solo ci sono pochi vincitori.
Io ancora, a volte, mi sento colpevole. Un senso di colpa che non mi lascia dormire bene; neppure di notte sono esente di colpa. Ho scelto la dignità e neppure so se ho fatto la cosa giusta.
La colpa: questo strano stato d'animo che mi ha accompagnato spesso nella vita e pare che il suo sodalizio con me non sia ancora concluso!
Sono a casa da poche settimane ed è vero che non ci sto granchè bene, nonostante le cose da fare che sono o potrebbero essere molte.
Comincerò ad andare in palestra ed in piscina, leggo continuamente, cucino quel che voglio e quando voglio...ma già, quel che mi manca, è il contatto costante con la gente.
Che strano essere umano sono, sembra che non riesco ad essere mai contenta fino in fondo, chissà perchè. Sono qui e vorrei essere lì, sono lì e vorrei essere qui.
Quel che mi manca, e lo so, non è la materialità, le cose in sè voglio dire. Mi manca una vera realizzazione? Forse.
Perchè il resto... certo, non mi posso lamentare di quel che ho e di come vivo.
Ma c'è sempre quell'istante d'insoddisfazione, mah...
Davvero il lavoro nobilita tanto? Magari sì, certo tipo di lavoro.
E non pretenderei che mi desse piena realizzazione, a questa età, a questo punto della mia vita.
Chiederei soltanto un qualcosa nel quale potessi almeno essere considerata persona, nient'altro.
¿Es mucho pedir? È molto? Mah....
Probabilmente sì, è chiedere assolutamente troppo...
E se almeno le idee avessero un loro giusto peso! Per me, indubbiamente, ce l'hanno un peso, ma non è il peso dell'oro! Mi piacerebbe, sì, montare una cosa mia, un bar che ho già nella testa, chiaro e già pronto...ma quel maledetto denaro, qui e in ogni dove!
Quindi andiamo avanti! Poi ho altre idee e chissà...non ha forse detto la Katis che è l'anno del Cancro?
Beh, non è il mio segno, ma sì di José...vedremo quel che ci riserva il destino!


E il libro? Scrivere...non credo di esserne all'altezza, semplicemente no. Anche se tanta gente dice il contrario, io so quel che valgo, dove posso arrivare e dove no! E a pubblicare...per quello ci vuole un'arte differente, un punto in più che è esattamente quel che manca ai miei scritti.
Che va bene, sicuramente, per cose semplici, per un blog o per brevi racconti. Scrittura di vita quotidiana, un diario forse.
Ma leggo e rileggo le cose scritte e mi sento così lontana dall'idea che io ho di scrittori veri, di quella gente che usa la penna e ti stupisce con le parole. Che ti stimola emozione e pensiero. Che ti avvinghia in una trama, che colora di blu giorni grigi.
Che esprime quel che tu puoi solo immaginare e dici: ecco, così avrei voluto dirlo e non l'ho detto.
Non è cosa che può nascere da tutti. È cosa che poi sì appartiene a tutti, o a chi lo voglia almeno.
È patrimonio dell'umanità, ogni libro lo è. Come un monumento o una vista panoramica, pure quello lo è.
Non parlo nemmeno di arte in senso stretto. Anche perchè poi, cos'è l'arte se non espressione ultima o primordiale dell'attitudine personale di qualsiasi essere umano?
Ma c'è un'arte personale che tu vivi per te stessa o per pochi intimi; e poi c'è l'altra, quella che valica monti e terre e mari e passa le frontiere e diventa universale.
È solo un'idea, non pretendo che nessuno la condivida con me. Anche questa è un'idea, una delle tante che occupano almeno in parte, a volte, i miei pensieri.
Non pretendo che diventi assioma di verità...che anche la verità...potremmo qui disquisirne il concetto!
Intanto, io continuo a scrivere. Quelle poche cose che ho da dire per adesso le lascio qui, in un etere etereo come è, certo, la pagina di un blog.
Saluti e baci.... 

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