lunedì 4 luglio 2011

La stanza...

Qui di sopra nella mia stanza che sembra essere l'intervallo tra il rumore ed il silenzio neutro del cielo, in alto, mentre grida e baccano salendo su si sfumano nelle nuvole accortocciate su se stesse, mi godo la solitudine benevola della quale ho bisogno.
Scappare da tutto, da tutti, per riunire in poche parole pochi pensieri, disordinati ma miei, senza intromissioni che s'infagottano di niente e mi disturbano, senza lo sguardo banalmente vuoto di chi guarda e non vede...
Mi dispiace, continuo a scappare. Ma non c'é altra via per incontrarmi, per dar fondo e libero sfogo a quei quattro stracci di idee che ancora rastrello e conservo nella mente; non c'é altro modo di coincidere con me stessa senza sbandare e cadermi addosso.
Perché "il fantasma" si é catalputato nella nostra vita quale orda barbarica che va alla guerra e ha sconvolto ogni cosa, scompensando l'equilibrio e gettandoci nel caos che sembra non dover mai finire, eterno e infinito come lo spazio sconosciuto.
Un universo di sensazioni che sfuggono a qualsiasi ragione e si spandono stillanti di rabbia, malumore, sconcerto, disordine mentale, fastidio e indignazione.
E intanto, tutto questo andirivieni scalcinato di emozioni si fa breccia e riesce ad entrare dominando ogni istante come se le nostre vite, la mia vita, fosse al suo servizio e dovesse per forza obbedire ai suoi errori, alle sue cento idiozie, alla sua pigrizia senza limiti, al suo grattarre la vita dal divano.
Da quassú, invece, tutto mi appare lontano: il sole filtra leggermente dalla finestra-obló, il blu profondo della tenda si arriccia in piccole sfumature, il contorno delle foglie diventa d'oro e risplende, sontuoso, come un ghirigoro vistoso sulla tela.
Non sento i rumori dei bambini che si tuffano in piscina, non sento nemmeno una voce implorare d'essere ascoltata, nemmeno una risonanza: il silenzio gocciola pacato ed armonioso su di me lasciandosi dietro una scia di sonnolenza composta e distante...
Finalmente sola, libera di ridere o piangere, di  sorprendermi e scompormi, di pensare e scrivere, "di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo..."e giá, poterlo fare, sarebbe sufficiente...
Saluti e baci...