venerdì 13 gennaio 2012

♫ ♫...Badabadan-badan...potere operaio...♫ ♫

Il cielo sembra un vassoio di biscottini di pasta di mandorle spolverati di zucchero a velo, bianco, quasi di latte.
Se all'improvviso lo zucchero si rovesciasse, comincerebbero a cadere da questo cielo grossi fiocchi di neve, ciccioni come mandorle pelate, morbidi come piume.

Non mi piace la neve, l'ho detto e ridetto, ma é sabato mattina, la luna non si vede, affogata nel succo nero di lamponi che pare essere questa notte che non finisce mai...e mi andrebbe bene qualsiasi cosa.
La settimana é passata, pesante, un fardello di ore che nemmeno l'orologio sapeva delimitare.
La prima settimana di lavoro e mi é sembrata come quei secoli eterni di buio medievale che nessuno ha il coraggio e la voglia di ricordare. Se non nelle leggende di dragoni principi e dame.
Per fortuna, le risate rompono la monotonia.
Per fortuna, a volte il call center diventa un palcoscenico e la vis comica di noi quattro sciagurati, rompe istanti di stanchezza infinita..."si ride per non piangere...", ma serve anche quello.
A volte, pensando e ripensando, mi tornano in mente situazioni di anni andati quando il potere, almeno nell'illusione della lotta, era nelle mani acerbe della gente che ancora ci credeva.
E mi rivedo in piazza, striscioni e canzoni colorate di speranza...anni giovani d'immature certezze.
Anni di singhiozzi per i diritti spezzati.
Ma se é certo che la Speranza fu l'ultima ad essere rovesciata giú dal vaso di Pandora...allora ci credevo...
Poi arrivi a cinquant'anni suonati e t'accorgi di essere tornata indietro, d'aver percorso un cammino a ritroso e di essere rossa come un gambero incazzato.
Perché i sogni son gli stessi, ma le speranze ormai son disilluse, cadute, frantumate, digerite dalla voracitá di un'intenzione.
E m'accorgo che per molti versi non é servito a niente lottare, gridare, insultare e tirare sassi...come un'intifada senza speranza, lontana dal raggiungere un qualsiasi divenire.
I diritti bruciati da un fuoco di potere e suggestione che rimangono sempre gli stessi, statici e stantii negli anni.
Parole che vorresti gridare e che invece rimangono lí affogate in gola.
Come se non bastasse pensarle e crederci.
Come se tutto fosse inutile...come no, inutile lo é, purtroppo.
Perché noi, banditi di un'idea, siamo rimasti gli stessi. Qualcuno é volato via, certo.
Ma noi che siamo rimasti e ci attanagliamo e ci incateniamo allo stesso ed unico desiderio di giustizia, ancora vorremmo credere nella possibilita di un cambiamento, di un dovere sociale verso noi stessi e la folla circostante, ignara, silenziosa e pia.
Invece, ci rendiamo conto e m'accorgo io stessa, che tutto volge al passato ed il passato é presente...
Spero soltanto non sia futuro.
Saluti e baci....

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