mercoledì 24 novembre 2010

"E tu scrivimi scrivimi se ti viene la voglia..."

Inciampando di nuovo nel filo che lega insieme i miei pensieri, ci riprovo a tenervi compagnia, a sollevare la stanchezza che in questi giorni mi porto addosso.
Non sempre riesco ad essere fedele all’appuntamento con le mie stesse parole, qualche volta mi perdo in altre cose e la mente divaga.
Sono giorni strani, quasi pesanti da portare in giro. Le ossa mi fanno male, il corpo non sempre risponde ai mille e mille stimoli che gli lancio.
Sarà questa nuova stagione che, ancora praticamente lontana, già comincia a marcare il passo dei miei piedi, inizia a proiettare razzi di silenzio bianco in quello che dovrebbe essere il mio spazio quotidiano di colore.

Questo blog mi sta aiutando ad acquistare certezze, non tanto per l’approvazione o disapprovazione di altri, no: è come se mi stessi convincendo di potercela fare, di essere capace, un giorno di questi, di raccogliere in una cartelletta virtuale tutti i racconti e le storie che stanno lì, docili ma intrepidi nel computer, chiedendomi continuamente ”Quando ci lascerai volare via?”.
Pensavo di aver bisogno che altri mi dicessero se valeva o no la pena che quel che scrivo vedesse la luce.
Invece, scrivendo quasi quotidianamente, mi sono resa conto che è solo questo quel che voglio, scrivere.
Non penso quasi più se le mie storie possono essere anche le storie di altri; non soffermo il pensiero sul come far sì che quel che scrivo piaccia perché sarebbe come voler sradicare una pianta dall’angolo privato dove è nata. Sarebbe come se io cercassi di sfuggire ai miei bisogni e necessità per soddisfare quelle di altri.
Quindi, da un po’ scrivo per il piacere di farlo, non misuro le parole che davvero, adesso, escono e volano via senza giustificazioni o atti che cerchino di cambiarle.
Mi è successo, a volte, prima di scrivere, di cercare con ansia le parole che potessero spiegare.
Ora no, lascio che partano da dentro, che prendano questo o quel treno senza direzione prestabilita.
È quello che a molti piacerebbe fare, me compresa: arrivare in un aeroporto, avere abbastanza soldi in tasca e scegliere se non il primo volo, almeno quello che più ispira fantasie, in questo o in quell’altro emisfero, senza nessun’altra ragione che non sia la voglia di andare.
Così succede con le mie parole: vanno e vengono senza frontiere, senza nodi che le tengano unite o costrette in una situazione.
Soltanto sensazioni, attimi che scivolano via lasciando soltanto una scia leggera.
Ogni attimo è un mondo a se stante, con i suoi dati e le sue ragioni, solitario nonostante l’unione con gli altri momenti.

Niente altro da aggiungere. Il giorno, insieme alle parole, nasce e scorre seguendo il suo cammino, l’orizzonte cambia i suoi fantasmi rosa per altri di mille differenti sfumature; la luna ancora vigila nonostante la luce, resiste al desiderio di dormire lasciando che la sua immagine effimera si sfumi nel bagliore della luminosità, naturalmente.
Sono uscita con Ghiaccio, ho percorso i cento passi dentro il bosco, ora accendo candele e incenso per augurarmi, io sola, un buongiorno.
Saluti e baci...

3 commenti:

  1. Mamma mia quant'è bello questo post dal titolo degregoriano :-) Bravissima Ili, continua così, noi che ti vogliamo bene siamo tutti con te!
    E intanto anche io continuerò sempre a scriverti se mi viene la voglia! Ora che ci siamo ritrovati :-)
    Un bacio

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  2. Grazie Nico,lo so che sei sempre lì e leggi il blog...ancora devo vincere alcune timidezze riguardo questa nuova esperienza:non è la stessa cosa scrivere un racconto che mettere nero su bianco le emozioni.Però sappi,anche se non ti rispondo,che ti leggo e mi fa piacere davvero saperti vicino anche se lontano!Un bacione grosso grosso

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  3. anche oggi sono stata qui, a raccoglier le tue parole in grandi mazzi, Grazie, amica mia...

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