mercoledì 6 luglio 2011

La salvezza....

Non pensavo davvero che questo piccolo computer, grande quanto una scatola di cioccolatini, con uno schermo cosí piccolo da sembrare lo specchio di una bambola, sarebbe diventato il tramite e il mezzo per tornare a respirare.
Adesso che i pomeriggi si sono fatti lunghi, mentre la luce dura quanto la lettura di un ininterrotto romanzo d'appendice e il caldo abbraccia con ferrei artigli, intransigente e rigoroso, adesso é proprio quando i momenti si fanno eterni e i silenzi di chi, mio malgrado, m'accompagna diventano magma incandescente che mi cade addosso.
Allora, nel profondo sconforto che porto appiccicato addosso quando devo condividere con "il fantasma" i miei spazi e il mio tempo, trovo pace scappando quassú, tra la finestra e l'abbondanza di cielo che ci separa dall'infinito; ricompongo, di nuovo e finalmente, quel che avevo ed ho perduto, quella solitudine che sempre ho rispettato e alla quale appartenevo...prima dell'uragano che si é gettato scrosciante sulle nostre vite, senza chiedere permesso, senza bussare, facendo e disfacendo ogni cosa, confondendo le regole con la disarmonia, l'ordine con il caos.
Non c'era voluto tanto tempo perché José ed io imparassimo i bisogni e le necessitá l'uno dell'altra; nemmeno c'era voluto tempo per imparare a rispettare le nostre diversitá, ad accettare il nostro essere due poli negativi, due sfigati insomma per farla breve! Ma ci abbiamo sempre riso sopra ammettendo che le regole del meno per meno da piú con noi due non funzionano, non hanno funzionato e non funzioneranno!
Ma, come dico, era soltanto questione di sapersi ridere addosso, accortocciare le proprie sventure come si accortoccia un fumetto giá letto. E poi, come non ricordarlo!, sempre dalla nostra, áncora nel mare, c'era e c'é questo profondo amore, incomparabile e incontaminato...nonostante tutto.

E poi é arrivato lui, "il fantasma", e tutto é cambiato: la pace anelata é diventata guerra fredda
Ci si sveglia col magone perché non si sa mai cosa possa succedere, qual'é l'ultima inutile intuizione, quale l'ennesima idiozia.
Ed io sono stanca di cercare scuse che giustifichino i suoi comportamenti scorretti, le distrazioni che durano ore e giorni, la pigrizia che tiene continuamente incollata al suo sguardo nelle non-azioni.
Stanca e confusa, silenziosa per non gridare, continuamente all'erta...e sono stanca perché non c'é una soluzione plausibile, perché tutto comincia e tutto finisce...ma quando?!?
Allora, la stanza diventa un'oasi di riposo dal pensare e pensare e pensare e scrivere l'unica maniera di mettere una virgola nei discorsi senza fine, sempre quelli, sempre uguali, ma anche e soprattutto inutili.
Cosí anche oggi sono qui, aggrappata come un naufrago al mio silenzio, all'isolamento nel mio arcipelago privato cercando disperatamente quel che avevo e non ho piú: il mio spazio vitale.
Saluti e baci...   

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