Nevica, ma è quel tipo di acqua gelata che qui chiamano "agua nieve", non sabendo poi ben delimitare il margine tra le due.
Ma pensandoci bene, alla fine, le due cose sono le stesse, le differenziano soltanto alcuni gradi sopra o sotto lo zero.
Ecco demolite, in due umili parole, tutte le smancerie romantiche sulla neve.
Che per me di romantico, sia detto e ridetto allo sfinimento, non ha proprio un bel niente!
Passiamo oltre...
Sto aspettando il mio pacco che non arriva. E non vorrei finire con l'essere uguale a tanti clienti impazienti che ci chiamavano impacciati, a volte, irosi e sprezzanti altre, chiedendo dove diavolo fosse finito il loro pacchetto...bah, aspetteremo fiduciosi sull'uscio dell'impazienza!
E mancano solo due giorni...che emozione e che nervosismo mi sta prendendo in tutto il corpo fino in fondo al cuore!
Mica è da tutti e non capita tutti i giorni che un'impenitente cinquantenne si sposi! O sì? Non credo proprio.
Comunque, come dissero,: alea iacta est, il dado è tratto...e quel che è fatto è fatto. Il resto è futuro.
Non vorrei, con l'affermazione, dar l'idea di un pentimento o di una indecisione, no.
Sono felice della scelta fatta e non è certo solo burocrazia.
Per me che sempre sono fuggita davanti ai compromessi emozionali, all'impegno totale verso l'altra persona, avere un anello al dito con un nome e una data incisi, vuol dire tanto, vuol dire totalità ed impegno...come le eroine dei vecchi films in bianco e nero!
Ho in mente una foto, spero di poterla fare per i posteri...
Saluti e baci...
Diario di bordo
martedì 22 gennaio 2013
lunedì 21 gennaio 2013
"...Ed io burattinaio di parole..."
C'è il sole fuori, splende eroicamente nel mezzo di un cielo azzurro pallido.
Io cucino pollo al latte di cocco con verdurine e champignon da abbinare poi ad un riso basmati, profumato e lungo, con chicchi ricchi e argentati.
Non ho molta voglia di scrivere in questi giorni. Leggo e leggo, divoro libri come fossero patatine.
Tomi di settecento pagine in pochi giorni e José mi guarda allibito mentre io, con la coda dell'occhio, lo vedo osservarmi.
Per lui, astratto e creativo uomo di scienza, è impossibile immaginare leggere a tale velocità: un libro può durargli mesi e mesi...
E quel che lui non capisce della mia frenetica lettura, della fame insaziabile che ho di parole d'altri, io non capisco del suo ozio letterario.
Non riuscirei a concepire la mia vita senza un libro accanto.
Ce ne sono alcuni che proprio non posso lasciare, vuoi per la trama intrigante, vuoi per l'amorevole groviglio di parole che mi entra dentro e lo posso percepire quasi fisicamente.
Come potrei essere diversa ora, al limite dei cinquanta? Ora che la saggezza mi sembra sempre più materiale per pochi eletti, una selezione di anime nell'incedere inflessibile del tempo.
Ed io, povera mortale, marionettista in bilico tra le mie stesse parole, cerco, quando posso e come posso, di attingere un po' di conoscenza, senza strafare.
L'ignoranza nel senso strettamente etimologico del termine, mi atterra, mi spaventa, mi fa profondamente male.
E vivere annegando in questo mare intollerante di povertà spirituale dove la cultura non è nemmeno più un diritto ma una semplice diversione...beh, non lo sopporto!
Quindi, per me almeno, la soluzione non è il suicidio emozionale che i più scelgono o han scelto. No.
Io preferisco suicidarmi nell'eterno gioco delle parole che altri hanno lasciato, verbo tangibile di un'eternità imminente.
Preferisco gettarmi nel baldanzoso ballo della conoscenza, senza limiti, cercando, provando e riprovando a non essere carne da macello!
Quanto è vero che l'ignoranza è l'oppio del popolo, molto più della religione. O, quanto meno, degne compari che spettegolano a braccetto!
Poi però lo ammetto: come in tutto quel che faccio, a volte eccedo e capisco anche José che mi guarda con gli occhi compassevoli dell'amore e mi perdona qualsiasi cosa, errore o bruttezza...perchè lui, in me, vede soltanto la disperata bellezza dell'amare!
E posso io lamentarmi? No...e giovedì mi sposo!!!!
Emozionata come una quindicenne!
Saluti e baci....
Io cucino pollo al latte di cocco con verdurine e champignon da abbinare poi ad un riso basmati, profumato e lungo, con chicchi ricchi e argentati.
Non ho molta voglia di scrivere in questi giorni. Leggo e leggo, divoro libri come fossero patatine.
Tomi di settecento pagine in pochi giorni e José mi guarda allibito mentre io, con la coda dell'occhio, lo vedo osservarmi.
Per lui, astratto e creativo uomo di scienza, è impossibile immaginare leggere a tale velocità: un libro può durargli mesi e mesi...
E quel che lui non capisce della mia frenetica lettura, della fame insaziabile che ho di parole d'altri, io non capisco del suo ozio letterario.
Non riuscirei a concepire la mia vita senza un libro accanto.
Ce ne sono alcuni che proprio non posso lasciare, vuoi per la trama intrigante, vuoi per l'amorevole groviglio di parole che mi entra dentro e lo posso percepire quasi fisicamente.
Come potrei essere diversa ora, al limite dei cinquanta? Ora che la saggezza mi sembra sempre più materiale per pochi eletti, una selezione di anime nell'incedere inflessibile del tempo.
Ed io, povera mortale, marionettista in bilico tra le mie stesse parole, cerco, quando posso e come posso, di attingere un po' di conoscenza, senza strafare.
L'ignoranza nel senso strettamente etimologico del termine, mi atterra, mi spaventa, mi fa profondamente male.
E vivere annegando in questo mare intollerante di povertà spirituale dove la cultura non è nemmeno più un diritto ma una semplice diversione...beh, non lo sopporto!
Quindi, per me almeno, la soluzione non è il suicidio emozionale che i più scelgono o han scelto. No.
Io preferisco suicidarmi nell'eterno gioco delle parole che altri hanno lasciato, verbo tangibile di un'eternità imminente.
Preferisco gettarmi nel baldanzoso ballo della conoscenza, senza limiti, cercando, provando e riprovando a non essere carne da macello!
Quanto è vero che l'ignoranza è l'oppio del popolo, molto più della religione. O, quanto meno, degne compari che spettegolano a braccetto!
Poi però lo ammetto: come in tutto quel che faccio, a volte eccedo e capisco anche José che mi guarda con gli occhi compassevoli dell'amore e mi perdona qualsiasi cosa, errore o bruttezza...perchè lui, in me, vede soltanto la disperata bellezza dell'amare!
E posso io lamentarmi? No...e giovedì mi sposo!!!!
Emozionata come una quindicenne!
Saluti e baci....
martedì 8 gennaio 2013
Piovviginando sale....
Il cielo sembra uno straccio umido e grigio che racchiude in sè una specie di tormento, come una prigione dalla quale non sai scappare.
Noia e nebbia si danno la mano, senza paura, sapendo di essere quasi sorelle: pregano e piangono insieme.
E le loro lacrime, invece d'essere un'intuizione, si stendono pietose su di noi in questo giorno umido e freddo.
Chi ha detto che l'inverno è bello? Io no, indubbiamente!
Il silenzio è interrotto solo dalla musica che, però, non disturba: appare come in una fusione, tra il niente ed il silenzio solo poche note.
Una diga di goccioline che inciampano nel cielo compatto...sembra di pane... quel pane "ciccoso" dimenticato in una busta di plastica!
Portata a cercare quel mare mancante...non sono mie le parole. Quasi tremo davanti alla capacità di alcuni di spiegare con poche pennellate di sintassi e grammatica un concetto reale o un'idea
Deo gratias che ci sono questi esseri speciali della cui comunità non faccio parte se non spiritualmente.
Io per spiegare e spiegarmi ho bisogno di fogli chilometrici, di tonnellate d'inchiostro. Di vocabolari dei sinonimi e contrari e di mille e mille ripensamenti.
Oggi è il compleanno di Ghiaccio. E già sono dodici anni insieme.
Come potrei trovare, anche in questo caso, le parole per dirgli grazie?
Perchè lui sì è una scoperta quotidiana, un insieme di grazia capricci testardaggine e dolcezza e amore totale, sentimenti e capacità ai quali non siamo avvezzi noi, gli esseri umani.
Quelli perfetti. Quelli che decidono il bene ed il male. Quelli che dichiarano nella retorica la loro superiorità, non certo negli atti.
Invece loro, e Ghiaccio per me in particolare, dicono tutti non avendo dono di parola.
E per fortuna a volte: evitano le promesse evanescenti, le bugie, le anomalie e disfunzioni del verbo.
E un altro anno è andato Ghiaccio, anche per te amico mio...certo tu lo sai quanto sei importante e conosci i miei sorrisi e la gioia di saperti con me. E quanto ti voglio bene, anche quello sai, certo.
E mentre la mattina si perde piano, vorrei solo lasciare un attimo di sogno nella fatiscenza di questo cielo che non ha voglia di aprirsi nemmeno per caso.
Ci sono tanti progetti che frullano e macinano nella mia testa. Uno in particolare spero diventi presto sicurezza e non solo una timida speranza...e non ne parlo per scaramanzia!
Ma fortemente vorrei che si slacciasse dalle stringhe dell'irreale per toccare terra e poi tornare a decollare, però carico di idee profumate che non saranno più concetto, ma realtà.
Ojalá!
Saluti e baci...
Noia e nebbia si danno la mano, senza paura, sapendo di essere quasi sorelle: pregano e piangono insieme.
E le loro lacrime, invece d'essere un'intuizione, si stendono pietose su di noi in questo giorno umido e freddo.
Chi ha detto che l'inverno è bello? Io no, indubbiamente!
Il silenzio è interrotto solo dalla musica che, però, non disturba: appare come in una fusione, tra il niente ed il silenzio solo poche note.
Una diga di goccioline che inciampano nel cielo compatto...sembra di pane... quel pane "ciccoso" dimenticato in una busta di plastica!
Portata a cercare quel mare mancante...non sono mie le parole. Quasi tremo davanti alla capacità di alcuni di spiegare con poche pennellate di sintassi e grammatica un concetto reale o un'idea
Deo gratias che ci sono questi esseri speciali della cui comunità non faccio parte se non spiritualmente.
Io per spiegare e spiegarmi ho bisogno di fogli chilometrici, di tonnellate d'inchiostro. Di vocabolari dei sinonimi e contrari e di mille e mille ripensamenti.
Oggi è il compleanno di Ghiaccio. E già sono dodici anni insieme.
Come potrei trovare, anche in questo caso, le parole per dirgli grazie?
Perchè lui sì è una scoperta quotidiana, un insieme di grazia capricci testardaggine e dolcezza e amore totale, sentimenti e capacità ai quali non siamo avvezzi noi, gli esseri umani.
Quelli perfetti. Quelli che decidono il bene ed il male. Quelli che dichiarano nella retorica la loro superiorità, non certo negli atti.
Invece loro, e Ghiaccio per me in particolare, dicono tutti non avendo dono di parola.
E per fortuna a volte: evitano le promesse evanescenti, le bugie, le anomalie e disfunzioni del verbo.
E un altro anno è andato Ghiaccio, anche per te amico mio...certo tu lo sai quanto sei importante e conosci i miei sorrisi e la gioia di saperti con me. E quanto ti voglio bene, anche quello sai, certo.
E mentre la mattina si perde piano, vorrei solo lasciare un attimo di sogno nella fatiscenza di questo cielo che non ha voglia di aprirsi nemmeno per caso.
Ci sono tanti progetti che frullano e macinano nella mia testa. Uno in particolare spero diventi presto sicurezza e non solo una timida speranza...e non ne parlo per scaramanzia!
Ma fortemente vorrei che si slacciasse dalle stringhe dell'irreale per toccare terra e poi tornare a decollare, però carico di idee profumate che non saranno più concetto, ma realtà.
Ojalá!
Saluti e baci...
sabato 5 gennaio 2013
"L'anno che sta arrivando...porterà una trasformazione..."
È tutto gelato qui intorno. Sembra quasi che qualcuno abbia tirato a casaccio cristalli di zucchero sull'erba.
Se non fosse per il freddo intenso, quasi potrebbe sembrare bello: ricami di lustrini sulla coperta verde, riccioli orlati in ghiaccio.
È l'inverno. Fa freddo. Ma almeno, tra qualche ora, il sole sazierà di calore le ossa intorpidite e tutto darà un'impressione differente.
La mattina è sempre così. Svegliarsi in una casa gelata e guardare fuori per fingere di non sapere che vedrai tutto bianco, anche il respiro sui vetri, bianco e appannato.
Ma poi si alzerà il sole e, come in un mistero quotidiano, i disegni di ghiaccio cominceranno a sciogliersi lasciando rigagnoli d'acqua tra i ciuffi d'erba gelati, quali telegrammi stringati ridotti ad impercettibili suoni invece che parole.
Non mi sento in piena forma in questi giorni. Tante cose, tutte insieme, mi fanno come girare la testa. Mi sento come fossi pesante, la testa soprattutto e non ci sono abituata e non mi piace.
Dovrei essere contenta perchè cose belle mi aspettano nei prossimi giorni: arriverà la Katis e alla fine del mese ci sposeremo, José ed io....ma guarda te!
Non si può certo dire che non ci abbia pensato!
Mancano ancora gli anelli, già visti e scelti. Un legame d'amore che non avrebbe bisogno di dichiarazione o affermazione e legalità, ma che comunque mi emoziona lo stesso.
Chi l'avrebbe mai detto che un passero solitario come me sarebbe, ora, arrivato a questo punto?
Che poi, animale claustrale proprio non sono. Anzi, esattamente il contrario!
Sono un essere sociale, mondano quasi per certi versi.
Forse ancora non era arrivato il momento, anche se la persona giusta l'avevo già incontrata, da otto anni.
Ma l'istante si presenta quando deve, la circostanza diventa un sospiro ed è allora che arriva la celebrazione e si ormeggia tra emozione e speranza.
Ma, come dicevo, nonostante la felicità che non posso negare, ci sono cose che frullano nella mia mente, cose che non dipendono direttamente da me e proprio per questo non riesco a controllare, che mi discostano da quel che dovrebbe essere un appagamento completo.
Mia sorella direbbe che non sono mai contenta, non a torto!
Ma sono così. Sempre sondando e cercando nella perturbata condizione della profondità. Mah...dovrei lasciar perdere...beati i puri di cuore...
Mi sono fatta un tatuaggio, quello che da tempo mi girava nella testa, già tratteggiato e colorato da tempo: un Don Quijote!
Meraviglioso!
Sotto il mio nome, risulta il legame indissolubile con me.
E il fatto che rappresenti José, è già un matrimonio!
Adesso manca solo che al braccino che mi è rimasto, dia un po' di consistenza! Comincerò presto ad andare in palestra e a nuotare...alla fine si che si avvereranno i buoni propositi di cui si parlava per l'anno che viene, che già è arrivato naturalmente!
E per questo e le idee che continuano a macinare le mie energie, per l'anno che già scocca e definisce il tempo e per quelli che verranno, continuo imperterrita a brindare!
saluti e baci....
Se non fosse per il freddo intenso, quasi potrebbe sembrare bello: ricami di lustrini sulla coperta verde, riccioli orlati in ghiaccio.
È l'inverno. Fa freddo. Ma almeno, tra qualche ora, il sole sazierà di calore le ossa intorpidite e tutto darà un'impressione differente.
La mattina è sempre così. Svegliarsi in una casa gelata e guardare fuori per fingere di non sapere che vedrai tutto bianco, anche il respiro sui vetri, bianco e appannato.
Ma poi si alzerà il sole e, come in un mistero quotidiano, i disegni di ghiaccio cominceranno a sciogliersi lasciando rigagnoli d'acqua tra i ciuffi d'erba gelati, quali telegrammi stringati ridotti ad impercettibili suoni invece che parole.
Non mi sento in piena forma in questi giorni. Tante cose, tutte insieme, mi fanno come girare la testa. Mi sento come fossi pesante, la testa soprattutto e non ci sono abituata e non mi piace.
Dovrei essere contenta perchè cose belle mi aspettano nei prossimi giorni: arriverà la Katis e alla fine del mese ci sposeremo, José ed io....ma guarda te!
Non si può certo dire che non ci abbia pensato!
Mancano ancora gli anelli, già visti e scelti. Un legame d'amore che non avrebbe bisogno di dichiarazione o affermazione e legalità, ma che comunque mi emoziona lo stesso.
Chi l'avrebbe mai detto che un passero solitario come me sarebbe, ora, arrivato a questo punto?
Che poi, animale claustrale proprio non sono. Anzi, esattamente il contrario!
Sono un essere sociale, mondano quasi per certi versi.
Forse ancora non era arrivato il momento, anche se la persona giusta l'avevo già incontrata, da otto anni.
Ma l'istante si presenta quando deve, la circostanza diventa un sospiro ed è allora che arriva la celebrazione e si ormeggia tra emozione e speranza.
Ma, come dicevo, nonostante la felicità che non posso negare, ci sono cose che frullano nella mia mente, cose che non dipendono direttamente da me e proprio per questo non riesco a controllare, che mi discostano da quel che dovrebbe essere un appagamento completo.
Mia sorella direbbe che non sono mai contenta, non a torto!
Ma sono così. Sempre sondando e cercando nella perturbata condizione della profondità. Mah...dovrei lasciar perdere...beati i puri di cuore...
Mi sono fatta un tatuaggio, quello che da tempo mi girava nella testa, già tratteggiato e colorato da tempo: un Don Quijote!
Meraviglioso!
Sotto il mio nome, risulta il legame indissolubile con me.
E il fatto che rappresenti José, è già un matrimonio!
Adesso manca solo che al braccino che mi è rimasto, dia un po' di consistenza! Comincerò presto ad andare in palestra e a nuotare...alla fine si che si avvereranno i buoni propositi di cui si parlava per l'anno che viene, che già è arrivato naturalmente!
E per questo e le idee che continuano a macinare le mie energie, per l'anno che già scocca e definisce il tempo e per quelli che verranno, continuo imperterrita a brindare!
saluti e baci....
venerdì 4 gennaio 2013
Eccentrici capricci
Ti metti qui, davanti ad una tastiera, un foglio virtualmente bianco...e le parole sembrano bloccarsi.
Tutte le idee, i concetti, diventano all'improvviso asimmetrici come in un caleidoscopio.
Congelati nell'enorme calamaio, impiastricciati d'inchiostro, ma senza forma o leggerezza.
Pesanti come un macigno ti trascinano a fondo, sul fondo di quell'oceano dimenticato dove spesso oziano le parole.
Perchè poi toglierle dal rifugio che intimamente si sono riservate discostandosi dall'aggressività collettiva per riposare in una sfera totalmente individiale?
Non so se sia giusto quasi chiamarle a rapporto, ponerle sull'attente, ferme e diritte a soddisfare l'illustrazione dei miei pensieri.
Anche se a volte vagano libere per la pagina e lo spazio, è pur vero che a volte mi sembra di forzarle.
E come se avessero esse stesse un'anima indipendente, violentarle a volte.
O quanto meno tenerle a freno evitando ghirigori di pensieri che probabilmente sarebbero più graditi, a loro e a me.
In definitiva, anch'io mi obbligo a poche righe se non giornaliere, quasi.
Esercito un'abilità nell'antico gioco del parlare scrivendo, abilità che, come tante volte ho detto, si limita a scarabocchi quali geroglifici delle complicate astrattezze che mi concedo!
È però una maniera di continuare a scrivere, senza dir poi molto, lo ammetto.
Un esercizio retorico? Più o meno.
Esercizio del quale mi compiaccio, nel quale mi crogiolo, ma che, naturalmente, a poco serve.
Non migliora nè me stessa nè il mondo circostante. Non cambia situazioni e non denuncia se non quando una rabbietta infantile mi si impone, mi mette alle strette e mi persuade.
Non ho mai veramente amato la filosofia. Eppure tra queste righe ne leggo molta rileggendo quel che scrivo.
Speculo l'insondabile filosofando su teorie astruse, teorizzando concetti. Imbrattando la logica ed il raziocinio con idee malsane e bislacche.
Bah, in fin dei conti, chi comanda questo esercito di verità fittizie? io, o no?
Quindi, così è se vi pare!
Saluti e baci...
Tutte le idee, i concetti, diventano all'improvviso asimmetrici come in un caleidoscopio.
Congelati nell'enorme calamaio, impiastricciati d'inchiostro, ma senza forma o leggerezza.
Pesanti come un macigno ti trascinano a fondo, sul fondo di quell'oceano dimenticato dove spesso oziano le parole.
Perchè poi toglierle dal rifugio che intimamente si sono riservate discostandosi dall'aggressività collettiva per riposare in una sfera totalmente individiale?
Non so se sia giusto quasi chiamarle a rapporto, ponerle sull'attente, ferme e diritte a soddisfare l'illustrazione dei miei pensieri.
Anche se a volte vagano libere per la pagina e lo spazio, è pur vero che a volte mi sembra di forzarle.
E come se avessero esse stesse un'anima indipendente, violentarle a volte.
O quanto meno tenerle a freno evitando ghirigori di pensieri che probabilmente sarebbero più graditi, a loro e a me.
In definitiva, anch'io mi obbligo a poche righe se non giornaliere, quasi.
Esercito un'abilità nell'antico gioco del parlare scrivendo, abilità che, come tante volte ho detto, si limita a scarabocchi quali geroglifici delle complicate astrattezze che mi concedo!
È però una maniera di continuare a scrivere, senza dir poi molto, lo ammetto.
Un esercizio retorico? Più o meno.
Esercizio del quale mi compiaccio, nel quale mi crogiolo, ma che, naturalmente, a poco serve.
Non migliora nè me stessa nè il mondo circostante. Non cambia situazioni e non denuncia se non quando una rabbietta infantile mi si impone, mi mette alle strette e mi persuade.
Non ho mai veramente amato la filosofia. Eppure tra queste righe ne leggo molta rileggendo quel che scrivo.
Speculo l'insondabile filosofando su teorie astruse, teorizzando concetti. Imbrattando la logica ed il raziocinio con idee malsane e bislacche.
Bah, in fin dei conti, chi comanda questo esercito di verità fittizie? io, o no?
Quindi, così è se vi pare!
Saluti e baci...
giovedì 3 gennaio 2013
Il mestiere di vivere
Oggi mi sono iscritta al "paro", INEM, ufficio disoccupazione o come si voglia chiamare, la sostanza è quella e non cambia.
Mi aspettavo una fila interminabile, la "colonna infame" di disoccupati, quei 5 milioni di anime che cercano e non trovano.
Invece c'erano quattro gatti, tutti stranieri, me compresa, ovviamente!
Purtroppo cercare un lavoro è diventata come una caccia al tesoro e solo ci sono pochi vincitori.
Io ancora, a volte, mi sento colpevole. Un senso di colpa che non mi lascia dormire bene; neppure di notte sono esente di colpa. Ho scelto la dignità e neppure so se ho fatto la cosa giusta.
La colpa: questo strano stato d'animo che mi ha accompagnato spesso nella vita e pare che il suo sodalizio con me non sia ancora concluso!
Sono a casa da poche settimane ed è vero che non ci sto granchè bene, nonostante le cose da fare che sono o potrebbero essere molte.
Comincerò ad andare in palestra ed in piscina, leggo continuamente, cucino quel che voglio e quando voglio...ma già, quel che mi manca, è il contatto costante con la gente.
Che strano essere umano sono, sembra che non riesco ad essere mai contenta fino in fondo, chissà perchè. Sono qui e vorrei essere lì, sono lì e vorrei essere qui.
Quel che mi manca, e lo so, non è la materialità, le cose in sè voglio dire. Mi manca una vera realizzazione? Forse.
Perchè il resto... certo, non mi posso lamentare di quel che ho e di come vivo.
Ma c'è sempre quell'istante d'insoddisfazione, mah...
Davvero il lavoro nobilita tanto? Magari sì, certo tipo di lavoro.
E non pretenderei che mi desse piena realizzazione, a questa età, a questo punto della mia vita.
Chiederei soltanto un qualcosa nel quale potessi almeno essere considerata persona, nient'altro.
¿Es mucho pedir? È molto? Mah....
Probabilmente sì, è chiedere assolutamente troppo...
E se almeno le idee avessero un loro giusto peso! Per me, indubbiamente, ce l'hanno un peso, ma non è il peso dell'oro! Mi piacerebbe, sì, montare una cosa mia, un bar che ho già nella testa, chiaro e già pronto...ma quel maledetto denaro, qui e in ogni dove!
Quindi andiamo avanti! Poi ho altre idee e chissà...non ha forse detto la Katis che è l'anno del Cancro?
Beh, non è il mio segno, ma sì di José...vedremo quel che ci riserva il destino!
E il libro? Scrivere...non credo di esserne all'altezza, semplicemente no. Anche se tanta gente dice il contrario, io so quel che valgo, dove posso arrivare e dove no! E a pubblicare...per quello ci vuole un'arte differente, un punto in più che è esattamente quel che manca ai miei scritti.
Che va bene, sicuramente, per cose semplici, per un blog o per brevi racconti. Scrittura di vita quotidiana, un diario forse.
Ma leggo e rileggo le cose scritte e mi sento così lontana dall'idea che io ho di scrittori veri, di quella gente che usa la penna e ti stupisce con le parole. Che ti stimola emozione e pensiero. Che ti avvinghia in una trama, che colora di blu giorni grigi.
Che esprime quel che tu puoi solo immaginare e dici: ecco, così avrei voluto dirlo e non l'ho detto.
Non è cosa che può nascere da tutti. È cosa che poi sì appartiene a tutti, o a chi lo voglia almeno.
È patrimonio dell'umanità, ogni libro lo è. Come un monumento o una vista panoramica, pure quello lo è.
Non parlo nemmeno di arte in senso stretto. Anche perchè poi, cos'è l'arte se non espressione ultima o primordiale dell'attitudine personale di qualsiasi essere umano?
Ma c'è un'arte personale che tu vivi per te stessa o per pochi intimi; e poi c'è l'altra, quella che valica monti e terre e mari e passa le frontiere e diventa universale.
È solo un'idea, non pretendo che nessuno la condivida con me. Anche questa è un'idea, una delle tante che occupano almeno in parte, a volte, i miei pensieri.
Non pretendo che diventi assioma di verità...che anche la verità...potremmo qui disquisirne il concetto!
Intanto, io continuo a scrivere. Quelle poche cose che ho da dire per adesso le lascio qui, in un etere etereo come è, certo, la pagina di un blog.
Saluti e baci....
Mi aspettavo una fila interminabile, la "colonna infame" di disoccupati, quei 5 milioni di anime che cercano e non trovano.
Invece c'erano quattro gatti, tutti stranieri, me compresa, ovviamente!
Purtroppo cercare un lavoro è diventata come una caccia al tesoro e solo ci sono pochi vincitori.
Io ancora, a volte, mi sento colpevole. Un senso di colpa che non mi lascia dormire bene; neppure di notte sono esente di colpa. Ho scelto la dignità e neppure so se ho fatto la cosa giusta.
La colpa: questo strano stato d'animo che mi ha accompagnato spesso nella vita e pare che il suo sodalizio con me non sia ancora concluso!
Sono a casa da poche settimane ed è vero che non ci sto granchè bene, nonostante le cose da fare che sono o potrebbero essere molte.
Comincerò ad andare in palestra ed in piscina, leggo continuamente, cucino quel che voglio e quando voglio...ma già, quel che mi manca, è il contatto costante con la gente.
Che strano essere umano sono, sembra che non riesco ad essere mai contenta fino in fondo, chissà perchè. Sono qui e vorrei essere lì, sono lì e vorrei essere qui.
Quel che mi manca, e lo so, non è la materialità, le cose in sè voglio dire. Mi manca una vera realizzazione? Forse.
Perchè il resto... certo, non mi posso lamentare di quel che ho e di come vivo.
Ma c'è sempre quell'istante d'insoddisfazione, mah...
Davvero il lavoro nobilita tanto? Magari sì, certo tipo di lavoro.
E non pretenderei che mi desse piena realizzazione, a questa età, a questo punto della mia vita.
Chiederei soltanto un qualcosa nel quale potessi almeno essere considerata persona, nient'altro.
¿Es mucho pedir? È molto? Mah....
Probabilmente sì, è chiedere assolutamente troppo...
E se almeno le idee avessero un loro giusto peso! Per me, indubbiamente, ce l'hanno un peso, ma non è il peso dell'oro! Mi piacerebbe, sì, montare una cosa mia, un bar che ho già nella testa, chiaro e già pronto...ma quel maledetto denaro, qui e in ogni dove!
Quindi andiamo avanti! Poi ho altre idee e chissà...non ha forse detto la Katis che è l'anno del Cancro?
Beh, non è il mio segno, ma sì di José...vedremo quel che ci riserva il destino!
E il libro? Scrivere...non credo di esserne all'altezza, semplicemente no. Anche se tanta gente dice il contrario, io so quel che valgo, dove posso arrivare e dove no! E a pubblicare...per quello ci vuole un'arte differente, un punto in più che è esattamente quel che manca ai miei scritti.
Che va bene, sicuramente, per cose semplici, per un blog o per brevi racconti. Scrittura di vita quotidiana, un diario forse.
Ma leggo e rileggo le cose scritte e mi sento così lontana dall'idea che io ho di scrittori veri, di quella gente che usa la penna e ti stupisce con le parole. Che ti stimola emozione e pensiero. Che ti avvinghia in una trama, che colora di blu giorni grigi.
Che esprime quel che tu puoi solo immaginare e dici: ecco, così avrei voluto dirlo e non l'ho detto.
Non è cosa che può nascere da tutti. È cosa che poi sì appartiene a tutti, o a chi lo voglia almeno.
È patrimonio dell'umanità, ogni libro lo è. Come un monumento o una vista panoramica, pure quello lo è.
Non parlo nemmeno di arte in senso stretto. Anche perchè poi, cos'è l'arte se non espressione ultima o primordiale dell'attitudine personale di qualsiasi essere umano?
Ma c'è un'arte personale che tu vivi per te stessa o per pochi intimi; e poi c'è l'altra, quella che valica monti e terre e mari e passa le frontiere e diventa universale.
È solo un'idea, non pretendo che nessuno la condivida con me. Anche questa è un'idea, una delle tante che occupano almeno in parte, a volte, i miei pensieri.
Non pretendo che diventi assioma di verità...che anche la verità...potremmo qui disquisirne il concetto!
Intanto, io continuo a scrivere. Quelle poche cose che ho da dire per adesso le lascio qui, in un etere etereo come è, certo, la pagina di un blog.
Saluti e baci....
domenica 30 dicembre 2012
¡Feliz año nuevo!
Si dovrebbero fare i conti,no? O gli auguri almeno.
" Un altro anno è andato, la sua musica ha finito, quanto tempo è già passato e passerà..."
Ma poi, alla fine, sono sempre quelle le cose che si dicono: auguri, buon anno, tanti auguri...e la maggior parte delle volte nemmeno t'interessa se quello o quell'altro avrà o no un buon anno.
Io cerco almeno di non esagerare. Se mi fanno gli auguri rispondo, ovvio. Retaggi di un'antica educazione che, nonostante siano passati anni ed anni, ancora mi accompagna, indelebile, indimenticata.
Altrimenti taccio, non dispendio serena energia a destra e a manca, non serve e non mi piace.
Ma agli amici, quelli veri, quelli che, per me almeno, usando una strofa conosciuta, "...ma proprio perchè pochi son buoni fino in fondo...", a quelli sì vorrei fare gli auguri, di cuore, dal profondo: di salute innanzi tutto, che sembra un luogo comune e non lo è.
Per chi, come me, ha sperimentato l'assenza della stessa, è importante marcare il punto d'inizio! Salute per vivere e lavorare, per gioire e per piangere anche. Ma almeno senza i dolori del corpo, quelli che ti impediscono ogni altro pensiero.
Salute per curiosare nella gente e nel mondo, in posti sconosciuti e lontani. O in luoghi già visti e vicini, familiari e costanti nelle loro nebbie, nel cielo azzurro, nelle vecchie case o nei palazzi. Nei contorni primaverili o invernali.
Per tutti voi, e per me, che sia un anno pieno, rigonfio di salute!
E di serenità. Quella che ti aiuta nell'incertezza, nel vivere quotidiano, monotono a volte, sì, ma lo stesso parte del tuo instancabile presente.
Serenità per far fronte ai problemi, alla vita che ti corre incontro e a volte ti sbatte a terra, a volte ti supera e ti lascia indietro, la tua stessa vita. I tuoi giorni lenti o frenetici, faticosi o lievi, ma pur sempre parte del tuo essere diverso, differente dalla massa che non sa o non vuol sapere.
Per tutti voi, e per me, che sia un anno sereno, in pace!
E di voglia ancora di lottare. Per chi ancora non ha diritti e sono tanti, troppi.
Per conquistare quello spazio negato, rubato, nascosto. Contro chi ci vuole sottomessi, incredibilmente deboli nell'ignoranza. Malati psico-fisicamente, così che la realtà ci sembri soltanto un bisogno personale e non un diritto sacrosanto. Come il lavoro, la sanità, l'educazione. E la casa, la cultura...
Per tutti voi, e per me, che sia un anno di conquiste in un mondo ancora idealmente da conquistare!
E i buoni propositi? Quelli che...non fumo più, vado in palestra. Quelli che...finirò quel racconto, metterò in ordine le idee.
Quelli che resteranno solo propositi e quelli che invece si faranno reali, forse pochi, forse tanti, chissà tutti.
Anche ai buoni propositi, buon anno!
E gli altri? " I santi tristi"? Di quelli non mi importa. L'indifferenza è quel sentimento ancestrale che mi hanno insegnato proprio loro, che non conoscevo perchè, in qualche angolo recondito del mio cuore di panna, ho sempre creduto che l'essere umano è tendenzialmente buono, nobile e sincero. ¡Vaya gilipollez!
Così che...dal profondo del cuore, auguri a tutti quelli che mi vogliono bene e ai quali voglio bene..."ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare...e a culo tutto il resto!"
Saluti e baci....
" Un altro anno è andato, la sua musica ha finito, quanto tempo è già passato e passerà..."
Ma poi, alla fine, sono sempre quelle le cose che si dicono: auguri, buon anno, tanti auguri...e la maggior parte delle volte nemmeno t'interessa se quello o quell'altro avrà o no un buon anno.
Io cerco almeno di non esagerare. Se mi fanno gli auguri rispondo, ovvio. Retaggi di un'antica educazione che, nonostante siano passati anni ed anni, ancora mi accompagna, indelebile, indimenticata.
Altrimenti taccio, non dispendio serena energia a destra e a manca, non serve e non mi piace.
Ma agli amici, quelli veri, quelli che, per me almeno, usando una strofa conosciuta, "...ma proprio perchè pochi son buoni fino in fondo...", a quelli sì vorrei fare gli auguri, di cuore, dal profondo: di salute innanzi tutto, che sembra un luogo comune e non lo è.
Per chi, come me, ha sperimentato l'assenza della stessa, è importante marcare il punto d'inizio! Salute per vivere e lavorare, per gioire e per piangere anche. Ma almeno senza i dolori del corpo, quelli che ti impediscono ogni altro pensiero.
Salute per curiosare nella gente e nel mondo, in posti sconosciuti e lontani. O in luoghi già visti e vicini, familiari e costanti nelle loro nebbie, nel cielo azzurro, nelle vecchie case o nei palazzi. Nei contorni primaverili o invernali.
Per tutti voi, e per me, che sia un anno pieno, rigonfio di salute!
E di serenità. Quella che ti aiuta nell'incertezza, nel vivere quotidiano, monotono a volte, sì, ma lo stesso parte del tuo instancabile presente.
Serenità per far fronte ai problemi, alla vita che ti corre incontro e a volte ti sbatte a terra, a volte ti supera e ti lascia indietro, la tua stessa vita. I tuoi giorni lenti o frenetici, faticosi o lievi, ma pur sempre parte del tuo essere diverso, differente dalla massa che non sa o non vuol sapere.
Per tutti voi, e per me, che sia un anno sereno, in pace!
E di voglia ancora di lottare. Per chi ancora non ha diritti e sono tanti, troppi.
Per conquistare quello spazio negato, rubato, nascosto. Contro chi ci vuole sottomessi, incredibilmente deboli nell'ignoranza. Malati psico-fisicamente, così che la realtà ci sembri soltanto un bisogno personale e non un diritto sacrosanto. Come il lavoro, la sanità, l'educazione. E la casa, la cultura...
Per tutti voi, e per me, che sia un anno di conquiste in un mondo ancora idealmente da conquistare!
E i buoni propositi? Quelli che...non fumo più, vado in palestra. Quelli che...finirò quel racconto, metterò in ordine le idee.
Quelli che resteranno solo propositi e quelli che invece si faranno reali, forse pochi, forse tanti, chissà tutti.
Anche ai buoni propositi, buon anno!
E gli altri? " I santi tristi"? Di quelli non mi importa. L'indifferenza è quel sentimento ancestrale che mi hanno insegnato proprio loro, che non conoscevo perchè, in qualche angolo recondito del mio cuore di panna, ho sempre creduto che l'essere umano è tendenzialmente buono, nobile e sincero. ¡Vaya gilipollez!
Così che...dal profondo del cuore, auguri a tutti quelli che mi vogliono bene e ai quali voglio bene..."ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare...e a culo tutto il resto!"
Saluti e baci....
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